È da un po’ di tempo che sto ragionando sulla relazione che c’è tra fiducia e organizzazione.
Quando dico organizzazione mi riferisco alle competenze organizzative che raggiungono le persone e, più in generale, le comunità in cui queste persone vivono, studiano, lavorano.
Quello che ho osservato nel tempo
Da un punto di vista empirico, limitandomi ad osservare alcuni contesti aziendali e scolastici, mi sono resa conto che le istituzioni, aziende e le scuole, che funzionano meglio sono anche quelle dove si respira un clima di fiducia.
E c’è di più.
Sempre osservando gli ambienti in cui ho agito e lavorato, mi sono accorta che è proprio vero anche il contrario: i luoghi di lavoro e i contesti educativi che funzionano peggio sono quelli dove c’è, alla base, scarsa fiducia.
Che cosa si intende con fiducia
La fiducia nasce e si sviluppa quando le persone credono, hanno, appunto, fiducia, che chi condivide con loro lo stesso ambiente e lo stesso gruppo di lavoro si comporterà con coerenza e affidabilità, rispettando le regole e le aspettative condivise.
La fiducia crea un ambiente in cui le persone si sentono sicure nel condividere informazioni, esprimere opinioni e assumere rischi.
Questo clima è un prerequisito necessario per favorire la collaborazione e sostenere la motivazione dei singoli.
Le conseguenze della mancanza di fiducia
La mancanza di fiducia ha quindi, essenzialmente, due conseguenze devastanti (sì, sono molto netta, ma anche molto convinta di non esagerare poi tanto).
La prima conseguenza è che anche quando esistono procedure e regole chiare per lavorare insieme, e quindi, idealmente, avere dei buoni presupposti per essere efficaci nel raggiungimento degli obiettivi condivisi,la mancanza di fiducia fa sì che queste procedure o non vengano seguite perché ci si fida poco di chi le ha scritte e delle intenzioni con le quali sono state scritte, oppure che vengano seguite senza partecipazione, convinzione e, soprattutto, spirito critico, rinunciando alla possibilità (e spesso alla necessità) di migliorarle e adeguarle strada facendo.
La seconda conseguenza è che in un contesto nel quale manca la fiducia, manca la possibilità di sviluppare relazioni funzionali e viene meno prima lo stimolo alla collaborazione, e subito dopo la motivazione.
Pensiamo alla scuola (generalizzo, ma so bene che, fortunatamente, esistono eccezioni!): non si può dire che manchino procedure e regole, ma quando in quei contesti manca la fiducia, e quindi la collaborazione, queste procedure si traducono in sterile burocrazia.
Le competenze organizzative sono necessarie, ma non sufficienti
Le competenze organizzative, che comprendono conoscenze, competenze e abilità che le persone acquisiscono e mettono a disposizione del gruppo, consentono di sviluppare processi virtuosi per le aziende e per le organizzazioni.
Tuttavia, queste competenze da sole non sono sufficienti per garantire il successo a lungo termine.
La fiducia è indispensabile, perché favorisce la condivisione delle competenze organizzative e la creazione di un ambiente in cui le persone si sentono incoraggiate a mettere in campo le proprie abilità.
Tanto più i contesti hanno bisogno di reagire dinamicamente agli stimoli esterni, tanto più importante è che la fiducia sia massima, proprio per mettere a fattor comune le competenze organizzative e collaborare, fidandosi gli uni degli altri, allo sviluppo di soluzioni efficaci e innovative.
Solo un rapporto sinergico tra fiducia e competenze organizzative è in grado di promuovere il successo delle organizzazioni e la fioritura degli individui che ne fanno parte.
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