Il principio di Pareto è così famoso che anche i Pinguini Tattici Nucleari (chi ha figli tra i 10 e 15 anni credo non possa non conoscerli) l’hanno infilato nel testo di una loro canzone.
Ma se non sai bene a che cosa ci si riferisce, sei nel posto giusto.
Chi è Pareto?
Pareto, economista morto ormai 100 anni fa, ha formulato una teoria economica sulla distribuzione dei redditi che ha preso il nome appunto di legge di Pareto o legge dell’80/20.
Si trattava di osservazioni empiriche che mostravano come l’80% delle terre fosse concentrato nelle mani del 20% della popolazione.
Successivamente, la validità di questa legge empirica è stata estesa anche in altri ambiti, nei quali è stata osservata la stessa proporzione nella distribuzione:
- l’80% del fatturato proviene dal 20% dei clienti;
- l’80% della nostra soddisfazione dal 20% delle amicizie;
- l’80% dei risultati dal 20% degli sforzi.
Chiaramente il mio consiglio è di non fossilizzarsi sugli esatti numeri, 80 e 20, ma sull’ordine di grandezza e, in generale, sul principio sotteso.
L’80% degli effetti significativi proviene dal 20% delle cause.
Il principio di Pareto e la produttività
Quindi, ritornando a qualche riga sopra, che implicazioni ha l’aver osservato che, tendenzialmente, l’80% dei benefici si ottiene dal 20% degli sforzi?
Significa forse che possiamo tranquillamente non impegnarci per l’80% del nostro tempo, tanto poi i risultati arriveranno?
Non credo che Pareto intendesse questo.
Piuttosto, partendo da questo principio lo sforzo dovrebbe essere indirizzato a imparare a scegliere il 20% di attività che avranno un significativo impatto sugli obiettivi.
Efficacia è la parola chiave, e sta a significare la capacità di individuare le azioni che faranno la differenza, tralasciando l’80% delle attività che hanno un basso valore aggiunto.
Come applicare il principio di Pareto
Trovo che il principio di Pareto sia molto utile se applicato alla pianificazione delle nostre giornate lavorative.
Ogni giornata dovrebbe essere formata da un mix equilibrato di tempo ed energie da dedicare al lavoro, agli impegni domestici o privati, e allo svago o al riposo.
Per questo, ma anche perché lo sforzo prolungato dopo una certa soglia smette di produrre vantaggi, possiamo ragionevolmente affermare che ogni giorno abbiamo a disposizione tra le 5 e le 6 ore per lavorare in modo concentrato.
Il resto del tempo, anche quando dedicato al lavoro, difficilmente sarà realmente produttivo.
Ecco perché è fondamentale utilizzare al meglio queste ore di ‘concentrazione’ per dedicarci alle attività importanti che ci consentono di fare concreti passi avanti nel raggiungimento degli obiettivi.
Però, però…c’è un però
Non c’è solo il lavoro e non c’è solo la produttività.
La vita privata e familiare è caratterizzata da tanti altri compiti e attività che non sono così immediatamente riconducibili ad obiettivi strategici.
Pensiamo alle attività di cura della casa, della preparazione dei pasti, agli infiniti viaggi per accompagnare figli ancora non autonomi a scuola o alle varie attività extra-scolastiche.
Non si può dire che siano – di per sé – attività ad alto valore aggiunto.
E sono convinta che se c’è la possibilità e se si desidera, sono tutte attività che è possibile delegare.
Tuttavia, anche queste attività possono acquisire un senso se viste all’interno di un progetto più ampio nel quale il valore del tempo sta non in quello che si raggiunge, ma nell’amore che mettiamo in quello che facciamo.
Ogni tanto allora dimentichiamoci senza troppe remore di Pareto e impariamo ad apprezzare il valore e la bellezza di un tempo fatto anche di attività noiose e ripetitive, ma alle quali abbiamo imparato a dare senso.
La produttività cerchiamola nel lavoro, in modo da poter avere tanto tempo da dedicare al resto.
Ah, se te lo stai chiedendo, la canzone è “Coca Zero”.
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