Il metodo Zettelkasten

18 Gen 2024 | School, Tips&Tricks

Vi ritrovate almeno in parte in una di queste situazioni?

  • Siete consumatrici e consumatori ingordə di cultura e conoscenza: libri, blog, podcast, film, convegni, conferenze, webinar, incontri letterari e non. Per voi ogni occasione è buona per scoprire qualcosa di nuovo, per approfondire, per crescere e per farvi venire nuove, mirabolanti, idee. Ma gestire e ritrovare questo materiale quando serve non è semplice… 
  • Avete una passione per la neurobiologia, il funzionamento del cervello e per le relazioni che questi aspetti hanno con l’apprendimento e lo studio. E quando trovate somiglianze tra mondi che vi appassionano vi sembra di aver trovato un tesoro…
  • Siete persone organizzate o che desiderano diventarlo per sfruttare al massimo gli strumenti che l’organizzazione personale offre per migliorare la vostra vita, il vostro lavoro e la vostra crescita personale. Quindi scoprire l’esistenza di nuovi metodi e nuovi strumenti vi fa desiderare di mettervi subito all’opera nella sperimentazione… 

Se pensate che almeno una di queste situazioni parli a voi o di voi (e non solo di me…), o se semplicemente siete curiosə di scoprire che cosa significa la parola nel titolo, continuate a leggere perchè oggi vi parlo di un metodo molto particolare che mi ha letteralmente svoltato la vita.

Si tratta del metodo Zettelkasten, un vero e proprio approccio organizzato alla gestione della conoscenza personale.

Significato e origine del metodo Zettelkasten

Il nome Zettelkasten deriva dalla parola tedesca “Zettel”, che significa “scheda” e “Kasten”, che significa “scatola”. 

Si tratta in sostanza di uno schedario dove raccogliere brevi note contenenti idee o informazioni.

Questo metodo di archiviazione è stato utilizzato e reso famoso dal sociologo e filosofo tedesco ​​Niklas Luhmann, che negli anni ‘60 ha creato un vasto archivio referenziato di note – identificate univocamente con codici – che lui adoperava per organizzare la sua conoscenza e per scrivere i suoi numerosi libri e articoli scientifici. 

Il suo schedario era chiaramente analogico, mentre oggi possiamo montare un motore digitale e rendere così questo metodo attuale e potente.

I tre tipi di note e i quattro principi fondamentali 

Non ogni raccolta di annotazioni è un sistema Zettelkasten. Il metodo prevede infatti alcune regole e principi da seguire.

Innanzitutto sono previsti tre tipi di note:

  • note ‘volanti’ (fleeting notes), che servono per fissare su carta un’idea che dovrà necessariamente essere rivista in futuro, per diventare qualcosa di più strutturato;
  • note ‘letterarie’ (literature notes), dove trascrivere idee che abbiamo avuto leggendo un libro o ascoltando una conferenza; possono essere vere e proprie citazioni (è bene segnare la fonte), oppure concetti parzialmente rielaborati con parole nostre, in modo che sia chiaro, anche successivamente, che cosa ci ha colpiti e perché;
  • note ‘permanenti’ (permanent o evergreen notes), sono il frutto dell’unione e della rielaborazione di note volanti e note letterarie secondo un qualche criterio di connessione da noi individuato e che potranno entrare a pieno titolo nel nostro Zettelkasten per un utilizzo futuro.

Inoltre, ci sono alcuni principi da rispettare nella creazione di ciascuna nota:

  • ogni nota deve contenere un unico argomento (one note, one core);
  • ogni nota deve essere consistente e chiara di per sé;
  • ogni nota deve essere correlata ad altre note;
  • per ogni nota deve essere esplicitato il razionale della correlazione (il link)

I vantaggi del metodo

In un contesto di information overload, in cui siamo sommersə dalle informazioni e in cui la chiave per avere successo (e lo dico nella migliore delle accezioni che possiate immaginare) è proprio quella di saper governare queste informazioni in modo funzionale ai nostri obiettivi, il metodo Zettelkasten rappresenta uno strumento potente.

Si basa infatti su una struttura a rete, come quella del nostro cervello e come il web, fonte pressoché infinita di informazioni. 

Condivide questa impostazione architetturale anche con le mappe mentali, ma conferisce a queste una tridimensionalità e profondità che le completa.

La chiave del metodo non consiste solo nella creazione e raccolta di note, ma nella individuazione di connessioni tra di loro.

Da soli i dati e le singole informazioni servono a poco; invece, se messi in relazione tra di loro sono in grado di produrre valore aggiunto, nei più svariati campi.

I vantaggi del metodo sono numerosi:

1. è un punto di raccolta per idee e annotazioni che ci evita di dover maneggiare e consultare libri, dispense e altro materiale ingombrante → riduzione spazio di archiviazione;

2. abbiamo la possibilità di focalizzarci sui concetti importanti per noi → migliore qualità dell’informazione;

3. utilizziamo un cervello ‘esterno’ che ci alleggerisce dalla fatica di tenere a mente troppe informazioni → riduzione carico della memoria di lavoro;

4. permette di mettere in relazione le informazioni e trovare nuove ideesviluppo della creatività;

5. permette di recuperare con facilità le informazioni di cui abbiamo bisogno, quando ne abbiamo bisogno → efficacia del recupero;

6. grazie alla necessità di rielaborare le note ci consente di apprendere in modo efficace e di ricordare a lungo → consolidamento delle informazioni nella memoria a lungo termine.

Possibili applicazioni del metodo 

Il metodo, una volta compreso nei suoi elementi essenziali, può essere applicato in diversi contesti.

Nello studio, per la gestione degli appunti, l’elaborazione attiva e personale dei contenuti e la memorizzazione a lungo termine. Può essere utilizzato anche come database per la scrittura di elaborati e tesi.

Nel lavoro, ogni qualvolta sia necessario produrre documenti o studiare del materiale, o quando si tratta di produrre contenuti editoriali per la comunicazione su diversi canali (social, blog, newsletter, podcast).

Insomma, ci vuole un po’ di pratica, ma le potenzialità sono enormi.

Immagine di Freepik

Sono Claudia e sono una professional organizer

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