Mai come quest’anno ripartire è un processo anziché un’azione.
Io non sono ancora ripartita, non come intendevo la cosa gli anni scorsi, nei quali un po’ temevo e un po’ aspettavo questo momento.
Dopo le feste, la regola era riportare, velocemente e puntualmente all’Epifania, la casa alla sua normale veste invernale, l’agenda piena di appuntamenti e progetti da guardare con un misto di ansia e piacevole trepidazione.
Quest’anno no.
Complice un periodo natalizio lungo, ma accidentato per motivi di salute e complice la stanchezza mentale e la fatica emotiva dopo un 2023 caratterizzato da eventi socio-politici terrificanti e che appaiono, purtroppo, senza una prospettiva di rapida soluzione, io ho deciso di non ripartire.
Più o meno consapevolmente, nel senso che prima l’esigenza è emersa, spontanea, dalla ‘pancia’ e solo successivamente è stata validata dalla mente, ho deciso che quest’anno avrei davvero seguito i miei ritmi e la mie sensibilità.
Questo non ha significato prolungare le vacanze e restare sul divano (mi sarebbe anche piaciuto, ma siamo in molti qui, fuori dal dorato mondo dei social, a dover lavorare per vivere), ma semplicemente mettere in discussione alcuni automatismi e silenziare inadeguatezza e senso di colpa.
Quindi? Che fare adesso di questo mese di gennaio?
Io aspetterò che la luce – in questi giorni nascosta da cieli nuvolosi – torni a riempire occhi e cuore, e mi concentrerò sulla pratica della mindfulness, per allenare presenza e consapevolezza, in attesa di tornare a sentire in me l’energia creatrice che mi manca al momento.
Dalla prossima settimana, qui sul blog, torneremo a parlare di scuola, apprendimento e organizzazione personale.
Intanto, benvenuti nel nuovo anno.
Immagine di tawatchai07 su Freepik
