Quando parliamo di sovraccarico informativo spesso abbiamo in mente una situazione in cui siamo bombardati, nostro malgrado, da informazioni e notizie – più o meno utili o interessanti – che giornali, televisioni e social sparano con velocità e continuità tali da non lasciare scampo.
Ma oggi vorrei parlare di un altro tipo di sovraccarico informativo: quello che scegliamo da soli e che, spesso, finisce col diventare una vera e propria dipendenza.
Ho scelto questo argomento perchè è un tema che mi riguarda da vicino: in certi periodi ne ho sofferto e, in generale, mi considero una persona a rischio.
Spesso tutto nasce da una genuina passione per la conoscenza, da un interesse molto forte e ampio su temi dei quali desidero sapere il più possibile.
Ma anche da altri motivi: informarsi e studiare sono per me la risposta a quasi tutti i problemi, non posso pensare di fare una cosa nuova senza prima essermi preparata, e anche in seguito accumulare nuove conoscenze è per me un antidoto alla sindrome dell’impostore.
Ma sono arrivata ad un punto in cui tutto questo ha mostrato chiaramente i suoi limiti. Anzi, ha cominciato a causare difficoltà sempre maggiori che, inizialmente, ho faticato a ricondurre al problema che avevo: una dipendenza da sovraccarico informativo.
Sintomi della dipendenza da informazione
Mi sono sempre detta, e lo penso ancora, che la sete di conoscenza sia un tratto estremamente positivo, ma sono anche convinta della bontà del detto ‘in medio stat virtus’ e quindi, quando diventa eccessiva, può avere l’effetto opposto di quello desiderato.
Ecco come mi sono resa conto che stavo esagerando:
- senso di frustrazione: nonostante l’impegno in attività ‘di valore’, utili per la mia crescita personale e professionale, aumentava il mio senso di frustrazione e mi sentivo come se non stessi facendo alcun progresso;
- difficoltà di concentrazione: cominciavo a rendermi conto che la mia mente faceva fatica a focalizzarsi su compiti specifici e a mantenere la concentrazione;
- improduttività: non riuscivo a lavorare attivamente su alcuni progetti a cui in realtà tenevo molto e mi rendevo conto che gli obiettivi che mi ero prefissata diventavano sempre più lontani;
- procrastinazione: il non riuscire a concentrarmi e a progredire verso i miei obiettivi mi rendeva ancora più demotivata e frustrata, spingendomi a cercare ancora più informazioni e a rimandare l’azione.
Come superare il sovraccarico informativo
Le strategie per contrastare il sovraccarico informativo sono molteplici.
Alcune sono più adatte a proteggerti dalla sensazione – reale – di essere bombardati da notizie che spesso causano stress e affaticamento cognitivo.
In questi casi, anche per esperienza personale, trovo sia necessario fare un’azione mirata di riduzione dell’esposizione a notiziari e social, eliminando dalle nostre fonti quelle che non sono affidabili, in linea con i nostri obiettivi e che ci causano malessere.
Questa strategia si rivela utile anche quando siamo noi alla ricerca costante di informazioni e conoscenza, fino a sviluppare una vera e propria dipendenza.
Allenarsi ad una selezione consapevole delle fonti veramente utili e necessarie eviterà infatti una sovraesposizione e contribuirà a limitare la nostra dipendenza.
Ma, in caso di bulimia informativa, ci sono altri accorgimenti che ritengo indispensabili e che per me si sono rivelati decisivi:
- imposta limiti di tempo: la prima regola da applicare – facile sulla carta, ma che richiede molto sforzo all’inizio – è quella di decidere di dedicare un tempo limitato e specifico alla ricerca e allo studio. Il consiglio è quello di non ridurre drasticamente questo tempo, ma di abbassarlo progressivamente in modo da rendere il processo meno difficile;
- organizza la conoscenza: investi del tempo per riorganizzare le informazioni in modo da consolidare la conoscenza, facilitare l’utilizzo concreto di quello che hai imparato nei tuoi progetti e abbassare la velocità di fruizione compulsiva dei contenuti;
- prenditi delle pause: il cervello ha bisogno di tempo per elaborare le informazioni e senza pause regolari e momenti di disconnessione la mente si affatica e il valore delle informazioni apprese diminuisce progressivamente.
Come sempre la chiave è l’equilibrio: imparare abbastanza per essere informati, ma non così tanto da rimanere paralizzati.
Sviluppare la capacità di discernere ciò che è veramente utile, imparare a individuare il nostro punto di equilibrio e allenarsi a dire “basta” quando è il momento di agire è fondamentale per trasformare la conoscenza in potere reale.