Viviamo in un’epoca di contraddizioni, apparenti o reali. Di sicuro è un’epoca complessa.
La capacità di trovare equilibri tra gli estremi, siano essi pensieri, parole o azioni è un’arte da coltivare per il nostro benessere.
A questo proposito la mindfulness, e non solo questa, ci ricorda l’importanza di vivere con pienezza e consapevolezza il presente, evitando di cadere in due trappole che possono compromettere la qualità della nostra vita:
- proiettarci (e preoccuparci) troppo per il futuro;
- vivere (e rimuginare) nel passato.
Posto che nessuno nega l’importanza di una sana spinta verso il futuro, e nemmeno del valore degli insegnamenti che possiamo trarre dal passato, oggi mi sono chiesta come è possibile, in concreto, trovare un equilibrio tra la progettualità e la capacità di stare nel ‘qui e ora’.
Ammetto che, personalmente, mi sono ritrovata a passare da momenti in cui la progettualità è uno stimolo forte nella mia vita, che mi dà direzione e motivazione, a momenti in cui tutta questa spinta si interrompe all’improvviso e il presente mi sembra l’unica dimensione sulla quale ha senso concentrarsi.
Le radici di questo alternarsi tra futuro e presente
Sentendomi molto coinvolta da questa dinamica, che spesso mi ha creato frustrazione, mi sono chiesta da che cosa potesse essere causata o anche solo esacerbata. E questi sono i fattori che ho individuato:
Sovraccarico mentale e affaticamento
Pianificare richiede energia mentale. È un processo che implica pensiero strategico, previsione degli ostacoli, decisioni e aggiustamenti continui. Questo affaticamento può manifestarsi con una perdita improvvisa di motivazione e un desiderio di “staccare la spina”, concentrandosi solo sul qui e ora. In un certo senso, è un meccanismo di difesa naturale per preservare il nostro equilibrio psicofisico.
Aspettative elevate e frustrazione
Quando ci poniamo degli obiettivi, inevitabilmente sviluppiamo aspettative su come dovrebbero andare le cose. Se queste aspettative non vengono soddisfatte — a causa di ritardi, imprevisti o insuccessi — può subentrare una sensazione di delusione e insicurezza, che porta a mettere in pausa la spinta progettuale. In quei momenti, il presente sembra più sicuro, perché ci consente di evitare l’ansia legata al futuro e alle sue incognite.
Paura dell’incertezza
Il futuro, per sua natura, è incerto. Alcuni periodi della vita ci mettono di fronte a decisioni o cambiamenti che accentuano questa incertezza. Di fronte a tanta imprevedibilità, può emergere una forma di difesa che ci spinge a rifugiarci nel presente, dove abbiamo maggior controllo e le variabili sono meno minacciose.
Bisogno di vivere il presente
Una reazione al modello che ci propone di continuo la società moderna, che spinge spesso verso la produttività e la realizzazione personale, non valorizzando il momento attuale. Di fronte ad un contesto simile può essere normale, in determinati momenti della vita, voler rallentare, apprezzare quello che si ha, e vivere appieno il presente.
Come trovare un migliore equilibrio
- Accettare il naturale flusso tra progettualità e presenza
È importante accettare che il passaggio tra la fase di progettualità e quella di concentrazione sul presente è del tutto normale. Non pensare subito che si tratti sempre e solo di una debolezza o di una mancanza di disciplina.
- Allenare la consapevolezza
In questo la mindfulness ci può aiutare: senza rinunciare alla progettualità, possiamo allenarci a imparare a essere consapevoli del momento presente anche mentre pianifichiamo il futuro. Possiamo pianificare in modo più consapevole, senza farci sopraffare dall’ansia di raggiungere gli obiettivi a tutti i costi.
- Creare spazi per il riposo mentale
Spesso la spinta progettuale si interrompe perché non diamo abbastanza spazio alla pausa e al riposo. È importante ritagliarsi momenti di decompressione in cui non c’è nessuna pressione per pianificare o realizzare qualcosa. Questi spazi di riposo permettono alla mente di rigenerarsi, alla creatività di emergere e tornare alla progettualità con nuova energia.
- Scegliere obiettivi flessibili e realistici
Lavorare con attenzione sugli obiettivi. Una delle chiavi per non perdere la spinta motivazionale è imparare a fissare obiettivi che siano sfidanti ma raggiungibili, e allo stesso tempo flessibili. La rigidità nella pianificazione può creare frustrazione quando le cose non vanno come previsto. Al contrario, un approccio più fluido permette di adattarsi agli imprevisti senza perdere di vista la direzione.
- Concentrati sul percorso
Concentrarsi sul percorso, anziché esclusivamente sull’obiettivo finale, crea un equilibrio naturale tra progettualità e radicamento nel qui e ora. Permette di pianificare il futuro senza perdere di vista il presente, apprezzando ogni tappa del cammino e coltivando una consapevolezza più profonda del processo di crescita.
Per concludere, nella mia esperienza personale, accettazione e focalizzazione sul percorso si sono rivelati metodi molto utili per non soccombere allo sconforto e alla frustrazione.
Provare per credere!