Ho deciso di condividere lo sfogo semiserio e ironico di una vecchia amica che, qualche anno fa, mi scriveva a proposito della ripresa della scuola e di come, pur sentendosi una persona organizzata, aveva sempre la sensazione di soccombere di fronte alle mille attività da affrontare.
E’ un racconto che risale alla vita prima della pandemia.
Secondo te è ancora attuale? Cosa, invece, è cambiato? Oggi ci sono ancora missioni impossibili da affrontare a settembre? Oppure quello che ha sconvolto il mondo ci ha insegnato ad essere davvero più resilienti?
Mi piacerebbe che mi scrivessi nei commenti qual è la tua esperienza, se è cambiata con la pandemia e, soprattutto, cosa ne pensi delle potenzialità dell’organizzazione personale in questo ambito: quali tecniche utilizzi per essere efficace e ridurre lo stress?
Settembre è probabilmente il vero Capodanno.
Soprattutto per una mamma in carriera.
Non so cosa capita a te, ma io ringrazio sempre il cielo di darmi, a settembre, una forza erculea, una resistenza sovrumana, la pazienza di Giobbe e una capacità di focalizzazione sull’obiettivo che neanche astro-Samantha.
Per fortuna poi settembre finisce, perché è chiaro che prestazioni simili non sono sostenibili oltremodo. Anche perché, di solito, in questo periodo io faccio mille proponimenti personali: ricominciare con il pilates, iniziare la dieta, andare con regolarità dall’estetista, e poi vogliamo sistemare questa testa, che dopo tutto il sole e il mare…
Insomma, TUTTO deve essere fatto a settembre.
Proprio quando ricominciano le scuole.
E a proposito di questo, ci sono alcune cose che a settembre rischiano di condurmi alla follia…ma poi, per fortuna, non lo fanno:
– Il materiale scolastico da comprare…non capisco perché, ma, anche se ci penso già a luglio, finisce che a settembre mi ritrovo sistematicamente con nuovi articoli semi – impossibili da trovare nelle dimensioni, formati, colori o rigaggi desiderati dalle maestre…
– Sopravvivere alla prima temibile settimana ad orario ridotto e senza mensa…praticamente un tetris tra babysitter, nonni, zii, papà, mamme, amici che, in un incastro perfetto, consentono ai bambini una ripresa “soft“, senza condannare la mamma in simil carriera a prendere una settimana di ferie che non ha…
– La corsa per finire i compiti. Tipicamente ogni figlio ha il suo tallone d’Achille: chi deve leggere tutti i libri in 10 giorni e chi deve scrivere tutti i testi in una settimana. Comunque la mamma in carriera non fa sconti a nessuno e non si mette né a leggere, né a scrivere per conto terzi…semplicemente ripete costantemente ai figli che o finiscono i compiti da soli, o dovranno trovare il coraggio di andare a scuola impreparati. Scegliere è un problema loro e non della mamma in carriera. A lei (a me!) la sorte non dà alcuna scelta: in entrambi i casi sarà un bagno di sangue.
– L’inizio delle numerose attività sportive: siccome sono una mamma in carriera organizzata, già a giugno ho rinnovato le iscrizioni per TUTTO. Ma, quello che la mia mente, in un estremo tentativo di proteggere se stessa, non riesce a fare è quantificare correttamente il tempo che ci vorrà per comprare l’attrezzatura che lei crede di possedere già. Ed ecco che a settembre mi scopro insistere con i figli per farli entrare in costumi che ormai lasciano imbarazzanti segni rossi su spalle e gambe; cerco di infilare collant da danza il cui cavallo arriva alle ginocchia; tolgo la soletta alle scarpe da ginnastica perché, accidenti, sono praticamente nuove…insomma il numero di pause pranzo sacrificate correndo per negozi è pari solo a quelle del settembre dell’anno precedente.
Quasi quasi mi viene la tentazione di smettere del tutto di ‘portarmi avanti’ e di affrontare l’inizio della scuola come viene…questo mi sembra un ambito in cui l’organizzazione personale poco può fare per evitare stress e fatica.