Come avviare un cambiamento

9 Feb 2023 | Life Travel Soul

Come Professional Organizer mi chiedo sempre come aiutare le persone che si rivolgono a me, per una consulenza o anche solo per qualche consiglio.

La mia preoccupazione è dare loro consigli pratici che possano applicare alla loro vita per iniziare ad attuare un cambiamento positivo.

Nelle condizioni ‘ideali’ trovo importante e utile partire da una presa di consapevolezza: su quelli che sono i propri valori e i propri desideri.

Solo dopo è possibile definire obiettivi, verificare le priorità e decidere un piano di azione da adottare avvalendosi di strategie e di strumenti specifici.

Ma è sempre possibile seguire questo percorso?

Chi si trova in un momento di profonda difficoltà, si sente sopraffatto e incapace di dare un ordine alla sua vita, davvero può trovare le energie per fermarsi e riflettere su quello che vuole?

Certe volte non è possibile, almeno è quello che ho osservato.

Le energie sono davvero poche e la confusione è massima.

L’unica cosa certa è il malessere che si prova e il forte desiderio di sollievo, anche temporaneo.

Non sempre il cliente che vive questa condizione ha la forza di prendere in mano la situazione, fermarsi e riflettere sui propri valori e obiettivi.

Quando ho realizzato di trovarmi di fronte ad un caso del genere sono stata io a fermarmi e a chiedermi: e adesso che cosa faccio? 

Come posso aiutare concretamente questa persona?

Concentrarsi sulle esigenze del cliente

Quando mi trovo di fronte ad un problema nuovo e non di immediata risoluzione, quello che faccio è formulare domande

Cerco di farmene tante, in modo che mi aiutino a sviscerare il problema e ad osservarlo da molteplici punti di vista.

In questo caso la domanda “Come posso aiutare questa persona?” è stata trasformativa.
Mi ha permesso di mettere al centro il cliente e il suo problema e non me stessa (e la mia paura di non riuscire ad essere efficace).

Ed è così che mi sono ritrovata ad accantonare, almeno nella fase iniziale, una serie di teorie e di approcci metodologici nei quali certamente credo, che nella maggior parte dei casi sono la migliore risposta alle esigenze del cliente, ma che, nella situazione specifica non mi sembravano spendibili.

Una delle prime cose che ho imparato nel corso della mia formazione come Professional Organizer è stata quella che non si può accettare un intervento con un cliente se questi non è pienamente d’accordo.

Allo stesso modo, non credo sia praticabile adottare strategie di intervento con le quali il cliente non si trovi allineato o che, peggio ancora, non sia nelle condizioni energetiche ed emotive per affrontare.

Anche sforzandosi, il rischio di andare incontro ad un fallimento sarebbe troppo alto e non farebbe che alimentare la spirale di caos e negatività nella quale già si trova.

Una soluzione sub-ottimale

Individuare una soluzione sub-ottimale è invece una strategia che può funzionare per:

  • posare un primo gradino su cui il cliente possa appoggiarsi per avviare un percorso di cambiamento più consapevole e attivo.
  • offrire al cliente un risultato, piccolo, parziale, ma concreto;
  • alleviare il suo stato di ansia e frustrazione;

Nel caso specifico si trattava di una problematica gestione dei documenti, delle scadenze e degli adempimenti burocratici e fiscali, trascurata da molti mesi e che aveva causato costi e tanto stress.

Constatata l’impossibilità da parte del cliente di ragionare lucidamente sulla situazione, ho preferito sostituirmi a lui e cominciare a mettere ordine nel caos.

L’aver sbloccato la situazione ha permesso al cliente di trovare l’energia mentale per guardare in faccia il problema e la fiducia di pensare che poteva essere risolto.

Sono Claudia e sono una professional organizer

Ti aiuto a migliorare le tue capacità organizzative attraverso la gestione consapevole di spazio, tempo, energie e denaro


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