Fatica, pause e riflessioni

16 Feb 2023 | As time goes by, Book Lover

Ogni giovedì pubblico un nuovo articolo sul blog.

Potete immaginarlo anche voi, ma lo dico: non è semplice essere costanti, riuscire a trovare non solo le idee giuste, ma anche una strategia per sviluppare queste idee che sia sufficientemente dignitosa. 

Anche dal punto di vista delle energie mentali e della fatica che richiede, scrivere ogni settimana non è una cosa agevole.

A me piace scrivere, non ho il blocco davanti al foglio bianco, ho sempre scritto tanto nella mia vita, quindi diciamo che sono allenata

Sono abbastanza veloce e, cosa più importante, mi diverto. 

Trovo che scrivere sia uno dei modi per me più congeniali per esprimere quella che sono, quello che penso, e per capire il mondo. 

Attraverso la scrittura riesco a mettere a fuoco alcuni aspetti e mi faccio delle idee su quello che mi circonda.

Questa settimana però – come è già capitato in passato peraltro – sono in affanno, sono in carenza di energie e ho bisogno di riposare un po’ di più. 

Siccome sono una persona che non solo scrive, ma che legge anche molto, mi sono imbattuta nel tema dell’intelligenza artificiale e nel chatbot GPT, un ‘produttore di testi’ che in tempi rapidissimi produce contenuti di ottima qualità.

Dico la verità: questa settimana, l’idea di utilizzare Chat GPT per scrivere l’articolo mi è apparsa come un’oasi nel deserto.

Leggendo qualche articolo e seguendo discussioni su vari profili social pare che la produzione di testi da parte di questa intelligenza artificiale sia davvero notevole, in termini di qualità, in termini di completezza e soprattutto di velocità

In cinque minuti è in grado di produrre un ottimo articolo per un blog e, dulcis in fundo, impossibile da identificare come prodotto da una macchina e non, invece, dalla mente e dalla penna di una persona reale.

Da un lato sarei molto curiosa di provare, perché sono una persona avida di novità.

Dall’altra, sono anche una persona forgiata – suo malgrado – alla scuola del ‘se non ottieni qualcosa con un sacrificio, allora vale poco’.

E figuratevi: avere lì un testo pronto, fatto bene, in cinque minuti e senza aver fatto fatica è qualcosa di inconcepibile.

Le riflessioni sugli impatti di questa nuova rivoluzione sul lavoro di chi produce contenuti sono interessanti e prefigurano orizzonti spaventosi.

Avrà ancora un senso tenere un blog?

La fatica che sto facendo oggi sarà resa completamente inutile nel prossimo futuro?

Nessuno saprà distinguere un articolo scritto da me o dall’intelligenza artificiale.

Qual è il valore della creatività e del tocco umano?

Se anche dal punto di vista del contenuto l’intelligenza artificiale può, tutto sommato, eguagliare la prestazione di una persona (con riferimento alla velocità e alla fatica non c’è partita) qual è il valore che scrivere di proprio pugno un articolo di un blog può avere?

Ho letto qualche giorno fa un articolo di Federico Rampini (qui il link) nel quale fa alcune riflessioni su questo argomento, dicendosi preoccupato, in prospettiva, per il suo lavoro di scrittore. 

Nello stesso articolo però segnala la strategia adottata da un professore della Columbia che, rendendosi conto di non poter fermare l’oceano con la mano, ha smesso di ingaggiare una lotta contro l’utilizzo di chat GPT e ha dato in pasto ai suoi studenti i testi prodotti dall’intelligenza artificiale chiedendo loro di scovare, criticamente, le falle, i punti deboli e i margini di miglioramento.

Forse la strada giusta può essere questa: conoscenza, consapevolezza e spirito critico.

Del resto, è in questo che l’essere umano è superiore alla macchina.

Per concludere, vi confermo che questo testo è stato scritto da un’intelligenza naturale, lenta, affaticata, ma che prova gioia mentre scrive.

Sono Claudia e sono una professional organizer

Ti aiuto a migliorare le tue capacità organizzative attraverso la gestione consapevole di spazio, tempo, energie e denaro


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