Minimalismo digitale

13 Lug 2023 | Green Living, Life Travel Soul

Scrivo questo articolo dalla montagna, dove oggi splende un bellissimo sole, l’aria è frizzante e le temperature sono piacevolmente fresche.

La montagna per me ha sempre avuto un significato speciale: è un luogo che amo, dove mi riconnetto con il mio centro e ricarico le energie fisiche e mentali. 

Non intendo dilungarmi oltre raccontando quanto la montagna mi faccia stare bene: ne ho scritto in un vecchio articolo che, se volete, vi invito a leggere.

Ma torno a parlare di montagna perchè ho appena terminato la lettura del libro “Minimalismo digitale” di Cal Newport. 

Rimettere a fuoco la propria vita in un mondo pieno di distrazioni

Questo libro si è rivelato la classica ciliegina sulla torta, perchè già da qualche mese stavo affrontando il tema della dipendenza dai dispositivi digitali, da un punto di vista personale e professionale.

Avevo quindi deciso di far diventare i mesi di luglio e agosto un periodo di tempo nel quale fare alcuni esperimenti per ri-equilibrare lo stile di vita, dando meno spazio al digitale e più tempo ed energie alle relazioni personali, alle attività all’aperto e a tutto quello che potesse favorire la capacità di concentrazione, l’attenzione al momento e la creatività.

Ecco quindi che mi trovo tra le mani il libro in questione, che non solo conferma le mie convinzioni sulla necessità di un utilizzo consapevole della tecnologia, ma che offre un ventaglio di idee, chiare, semplici e praticabili per intraprendere questo percorso.

Equilibrio anche nel distacco dal digitale

Altro aspetto che ho particolarmente apprezzato nella proposta dell’autore è stato il modo intelligente ed equilibrato di approcciarsi alla necessità di un maggior distacco dal digitale.

Non si trovano posizioni intransigenti e assolutiste, ma, partendo dalla consapevolezza di quali sono le conseguenze e i rischi di un eccessivo utilizzo del digitale, viene proposta una strategia che mira alla selezione consapevole degli strumenti digitali utili e ai quali non è necessario rinunciare.

Minimalismo significa proprio questo: ridurre all’essenziale, imparando a riconoscere ciò che è strettamente necessario.

La dieta dei social media 

Tra gli strumenti digitali che rischiano di indurre maggiore dipendenza ci sono i social media.

Nella loro ‘natura’, nel modo in cui sono progettati risiede questo rischio: queste tecnologie sono infatti pensate per catturare la nostra attenzione e non lasciarla andare. 

Noi siamo il prodotto e gli inserzionisti pubblicitari sono coloro che vogliono comprarci.

Quali sono gli strumenti di difesa che abbiamo a disposizione?

Innazitutto imporre dei limiti all’utilizzo dei social media, magari stabilendo momenti specifici per il loro utilizzo.

Ma anche altri dispositivi digitali, magari considerati innocui, possono diventare fonte di rumore e distrazione crescente. 

A questo proposito, l’utilizzo di messaggistica veloce per coltivare le relazioni con gli altri dovrebbe essere limitato in favore di una migliore qualità della comunicazione

Ecco allora che si può pensare a definire momenti specifici nei quali rendersi disponibili ( facendolo sapere ai nostri amici) per conversazioni telefoniche di maggiore qualità e soddisfazione di una serie di veloci messaggi whatsapp. 

Quello che faccio io? 

Spegnere il cellulare dopo cena e dedicarmi a un buon libro, ad una chiacchierata con amici, possibilmente coinvolgendo tutta la famiglia.

Dedicare il tempo degli spostamenti in auto a conversazioni telefoniche con gli amici.

Riprogettare il tempo libero

Riprogettare il tempo libero significa fare spazio ad attività significative e gratificanti, eliminado tutte quelle pratiche passive che ci vedono impiegare il tempo davanti ad uno smartphone.

Le attività migliori da questo punto di vista (e io sono perfettamente d’accordo) sono le attività manuali, meglio se fisicamente impegnative, e che necessitano l’acquisizione o il perfezionamento di abilità pratiche.

Dopo tante ore davanti ad uno schermo, spesso per necessità lavorative, non c’è nulla di meglio che passare a lavori manuali dove il risultato del nostro fare è concreto e tangibile.

Quello che faccio io? 

Dedicare gran parte del tempo libero alla casa e al giardino, impegnata a prendermi cura dell’ambiente in cui vivo, possibilmente insieme alle persone che amo.

Trascorrere del tempo in solitudine

Questa è tra le buone pratiche proposte quella che preferisco. 

Fare lunghe passeggiate in solitudine, circondati dalla natura, senza distrazioni tecnologiche.

Camminare per il piacere di farlo e non con altri scopi, compreso quello di ‘allenarsi’. 

Camminando trovo soluzioni a problemi, nuove idee, mi sintonizzo sui ritmi della natura, rifletto sulla vita e sulle cose e esercito la gratitudine.

Dopo, mi sento sempre meglio, fisicamente e mentalmente.  

Quello che faccio io? 

Frequentare la montagna, camminare, spesso da sola, e riflettere.

Sono Claudia e sono una professional organizer

Ti aiuto a migliorare le tue capacità organizzative attraverso la gestione consapevole di spazio, tempo, energie e denaro


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