Plastic Detox

31 Mar 2022 | Book Lover, Green Living

Confesso di essere completamente presa dal tema della salvaguardia del pianeta.

E, tra l’altro, lo sono in un modo un po’ diverso dal solito: studiare e informarmi è sempre il mio punto di partenza, ma ormai non mi è più sufficiente; agire è diventato prioritario e cambiare i miei comportamenti mi appare sempre più come l’unica via possibile per provare a fare la differenza.

In un libro ho letto questa frase:

” Bisogna prendere coscienza della portata del problema cambiando le nostre abitudine giorno per giorno”

Penso davvero che, nella sua semplicità, rappresenti il cuore del problema e, in un certo senso, anche della soluzione.

Nello stesso libro, che si intitola “Plastic detox” l’autore, Jose Luis Gallego, offre 50 idee per ridurre la plastica nella vita di tutti i giorni. Lo fa esplorando dieci ambiti della vita quotidiana, dalle nostre abitudini di acquisto alla scuola, fino alla vita all’aria aperta, e con molta semplicità sollecita ognuno di noi a riflettere e a iniziare un processo di trasformazione.

E come sempre, per cambiare con successo le nostre abitudini, oltre alla consapevolezza e all’intenzione di farlo, serve mettere in campo una serie di strategie organizzative.

Di seguito ho riportato tutti o quasi i suggerimenti del libro e, con molta onestà, ho cercato di capire come sono messa al riguardo.

1. Abitudini d’acquisto

  • Attenzione al packaging: sia a quello che avvolge i prodotti, sia a quello che utilizziamo noi stessi quando impacchettiamo un regalo. Se è pur vero che mi riconosco una certa sensibilità – mi irrita vedere prodotti confezionati svariate volte in carta, veline, plastica – devo sinceramente ammettere che potrei fare di più per cercare alternative più sostenibili… Sul tema dei regali sono decisamente più attenta: riciclo da sempre carta e confezioni dei regali che ricevo e li riutilizzo senza vergogna alcuna. La prossima frontiera sarà riutilizzare anche la carta dei giornali;
  • Fai la spesa utilizzando i tuoi sacchetti: qui è davvero questione di vincere l’iniziale pigrizia e organizzarsi. Metti (subito) nel bagagliaio dell’auto un certo numero di sacchetti e lega un nastino colorato al cambio per ricordarti di prenderli: risultato garantito con davvero poco sforzo;
  • Non comprare frutta e verdura in vaschette di plastica: trovo la pratica estremamente irritante e davvero non mi capacito di vedere nel 2022 interi banchi frigo con vaschette di pomodori, mele o zucchine assurdamente alloggiate su polistirolo e ricoperte da pellicola trasparente. Allo stesso tempo però vacillo quando si tratta dell’insalata in busta: ogni tanto cedo alla mancanza di tempo e la compro… Questa è forse la cosa che voglio smettere di fare per prima. Impegno preso!
  • Preferisci tappi di sughero a quelli in plastica: ammetto che questo è uno spunto di riflessione nuovo. Ho sempre comprato vini con tappi in sughero, più per caso che per intenzione. Il tema suggerito nel libro è proprio la salvaguardia delle coltivazioni delle querce da sughero, che sarebbero messe a repentaglio dall’eccessivo utilizzo della plastica.

2. In cucina

  • Differenzia attentamente e ricicla: è il miglior modo per evitare che la plastica si disperda nell’ambiente e per fare una buona raccolta senza fatica leggi il mio articolo di qualche settimana fa;
  • Conserva i cibi in frigorifero senza utilizzare sacchetti di plastica, pellicola trasparente e alluminio: utilizza contenitori, meglio se in vetro, e se proprio non puoi rinunciare alle pellicole scegli quelle a base di cera d’api o mais;
  • Sostituisci le spugnette in fibra di plastica con quelle in fibra vegetale: eviterai il rilascio di pericolose microplastiche nello scarico del lavandino.

3. In bagno

  • In generale, riduci: il numero di prodotti che acquisti e anche la quantità al momento dell’utilizzo;
  • Tra una confezione di sapone liquido nel suo comodo contenitore di plastica e una saponetta avvolta nella carta, scegli quest’ultima. O se non vuoi rinunciare al sapone liquido almeno riduci la plastica acquistando ricariche;
  • Passa al solido: sostituisci i tradizionali shampoo, balsamo e bagnoschiuma liquidi con i loro equivalenti solidi;
  • Abbandona l’usa e getta e dove non possibile scegli materiali riutilizzabili come i dischetti di cotone lavabile al posto dei dischetti monouso; sostituisci spazzolini e cottonfioc di plastica con i loro equivalenti in bambù e biodegradabili;
  • Utilizza spugne in materiale naturale come la luffa;
  • Elimina o cerca di ridurre l’utilizzo di salviettine umidificate: anche se biodegradabili restano nell’ambiente per molto tempo.

4. Negli armadi

  • Anche in questo caso, la prima cosa è ridurre il consumo: quante magliette puoi indossare contemporaneamente?
  • Prediligi tessuti naturali e verifica che l’abbigliamento tecnico che compri sia libero da PFC;
  • Scegli prodotti di qualità che possano durare nel tempo ed evita il fast fashion;
  • Riusa, rinnova, presta e scambia gli abiti usati: rimettere in circolo quello che hai è il miglior modo di ridurre il tuo impatto ambientale.

5. In ufficio

  • Utilizza la borraccia invece di bottiglie e bicchieri di plastica: anche in questo caso è solo questione di organizzazione;
  • Riduci l’utilizzo e lo spreco di materiale plastico: ricicla le buste trasparenti e le cartellette di plastica tutte le volte che è possibile;
  • Evita di servirti dai distributori automatici, se possibile, o almeno riduci il numero di caffè: farai del bene alla salute e al pianeta;
  • Non utilizzare il cestino: consiglio interessante e su cui io avevo scarsamente riflettuto…è proprio vero che quanto più un’abitudine è radicata, tanto meno ne mettiamo in discussione la correttezza. Ma in effetti, quando ci serviamo di un cestino vicino alla scrivania finiamo per gettare molti rifiuti senza preoccuparci di differenziarli correttamente.

6. A scuola

  • Insegna ai bambini a ridurre l’abuso di materiale e lo spreco: non è necessario cambiare zaino e astuccio ogni anno e nemmeno buttare i pastelli e le matite ‘rovinati’; i bambini imparano in fretta, di solito con l’esempio, e saranno gli adulti di domani;
  • E’ davvero necessario rivestire i libri di testo con la plastica? Ammetto di averlo fatto, principalmente per assecondare le richieste della scuola…ma credo proprio che smetterò, chiedendo invece ai ragazzi di essere più attenti e responsabili del loro materiale. Prendendo così due piccioni con una fava;
  • Non avvolgere la frutta che dai per merenda ai bambini in pellicola o in sacchetti di plastica: molto meglio utilizzare un contenitore porta merenda che puoi riutilizzare infinite volte.

7. Con i bambini

  • Ormai ho figli grandicelli, ma se penso a quanta plastica ha invaso la loro infanzia un brivido mi percorre…se potessi cominciare da capo imporrei solo giochi in legno e materiali naturali;
  • Quello che, onestamente, temo rifarei allo stesso modo riguarda l’utilizzo di pannolini usa e getta…e non mi sento di aggiungere altro…
  • Elimina l’uso di palloncini colorati: si accumulano nei mari e, resi trasparenti dal sole, vengono scambiati per meduse dalle tartarughe marine. Se proprio non vuoi mostrare ai bambini che cosa può succedere ad una tartaruga quando mangia un palloncino (io lo farei…), è sufficiente proporre svaghi e modi di festeggiare alternativi: si sa poi che ‘quando occhio non vede, cuore non duole‘…

8. Nello sport

  • Posto che la riduzione dei consumi deve essere il primo pensiero, puoi però cominciare a scegliere diversamente l’abbigliamento per lo sport: ad esempio trovi scarpe da ginnastica prodotte con materiali di riciclo, dalle reti da pesca alle bucce di mela;
  • Osserva l’equipaggiamento che utilizzi per fare sport: è fatto di plastica? Io ho un (vecchio) tappetino per fare pilates che credo sia molto plasticoso…per ora contribuisco all’ambiente avendone cura e cercando di farlo durare, ma se dovesse rompersi lo andrei a sostituire con qualcosa di più naturale (sughero?) o con un bel telo di spugna;
  • Non dimenticare la borraccia: quando ti alleni, in palestra, o quando fai sport all’aria aperta.

9. Nel tempo libero

  • Primavera, Pasqua, picnic: limitati a queste tre ‘p’ e dimentica quella di plastica. Non utilizzare piatti, bicchieri e posate di plastica, invece compra uno di quei bei cesti da picnic in vimini completi di stoviglie di ceramica, oppure scegli articoli da campeggio, più leggeri, ma sempre riutilizzabili, in bambù o melamina;
  • Ormai è raro vedere cannucce di plastica nei cocktail, ma ancora può capitare: basta chiedere gentilmente di non mettere la cannuccia per mandare un messaggio chiaro ai gestori dei locali;
  • Questione albero di natale: vero o di plastica? Il libro sposa il team #albero vero, ma io su questo non ho un’idea chiara e definitiva. Veder morire ogni anno un albero mi crea sofferenza, anche se so che sono alberi coltivati per questo e destinati ad essere riusati; e poi non mi sembra così dannoso avere un buon albero di natale da utilizzare per anni e anni…

10. All’aria aperta

  • Che sia mare o montagna, una buona pratica è quella di ripulire il territorio se ci imbattiamo in spazzatura o plastica abbandonata: raccogliere i rifiuti, anche non nostri, quando ci troviamo a fare un’escursione all’aria aperta è senza dubbio un gesto che fa la differenza;
  • Orche, fenicotteri e delfini: i gonfiabili li abbiamo avuti tutti, ma anche qui cerchiamo di non esagereare e, se possibile, evita acquisti ripetuti ed inutili; ad esempio non comprare le riviste in cui trovi allegato come gadget il mitico cuscino gonfiabile da spiaggia!

Questa è la lista, non esaustiva, dei suggerimenti contenuti nel libro.

Io ho deciso di continuare a sfidare me stessa e cambiare quante più cattive abitudini possibili.

Ho cominciato il viaggio anni fa, e in questo articolo raccontavo a che punto ero.

Tra 6 mesi farò una verifica di dove sono arrivata seguendo gli spunti di cui vi ho raccontato.

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Sono Claudia e sono una professional organizer

Ti aiuto a migliorare le tue capacità organizzative attraverso la gestione consapevole di spazio, tempo, energie e denaro


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